Ecco la mia prima rivisitazione dell’arte Shunga.
Al solito nessuna pretesa di fare cose artistiche, i miei erano e rimangono disegnini.

I disegnini di Andrea + qualche foto
il disegno e la fotografia come forme di divertimento
Ecco la mia prima rivisitazione dell’arte Shunga.
Al solito nessuna pretesa di fare cose artistiche, i miei erano e rimangono disegnini.
Ripropongo un po’ di disegni dedicati ad Halloween…
Da Wikipedia: Gli shunga (春画) sono delle stampe erotiche giapponesi, sullo stile ukiyo-e. Shunga significa letteralmente “pittura della primavera”, un eufemismo dell’atto sessuale. La parola shunga sarebbe derivata dal termine cinese chungonghua (traslitterato in giapponese in shunkyūga), che significa “immagini del palazzo di primavera”, per rievocare la gioiosa vita del Kōtaishi, il principe ereditario.[1]
Il periodo di massimo splendore delle opere Shunga è tra il 1600 ed il 1800. Non erano opere pornografiche, tutt’altro. Piuttosto potevano essere considerate opere quasi di bon-ton. So che per la nostra civiltà cristiana sessuofoba occidentale sono considerate opere sconce, pura pornografia, ma non è così (o almeno, non era così) per il Giappone.
Rimane qualcosa di questa arte in Giappone? La sconfitta da parte degli USA nella seconda guerra mondiale ha portato nel paese del Sol Levante una orribile ventata di puritanesimo, per cui quest’arte è ora pressoché abbandonata. Timidi bagliori si intravedono ora nell’arte manga, che nell’800 ebbe molti punti di contatto con gli Shunga.
A volte (non troppe per carità) mi capita di essere d’accordo con Flores d’Arcais.
Questo il link al suo articolo
lettera aperta a Carlo Rovelli
PS da un mesetto Carlo Rovelli sembra essere diventato il nuovo maître à penser dei mass media italiani. Così presente ovunque da essersi meritato una divertentissima imitazione da parte di Crozza.
Sia chiaro, Rovelli è un bravo scienziato, ma mi sembra semplicemente che stia un po’ strabordando.
È il momento di ridurre al minimo la mobilità, ma ciò non significa rinunciare a tanti piccoli piaceri quotidiani. Ad esempio …
A luglio la spiaggia naturista del nido dell’aquila era sino alle 10 di mattina davvero deserta.
Sembrava quasi di essere trasportati in un altro mondo. A me veniva da pensare a come doveva essere il mare prima che l’uomo lo invadesse con il suo inquinamento, materiale, visivo ed acustico.
Disegno: tecnica mista di colore a macchie e retinature.
Passammo l’estate
Su una spiaggia solitaria
E ci arrivava l’eco di un cinema all’aperto
E sulla sabbia un caldo tropicale
Dal mare.
E nel pomeriggio
Quando il sole ci nutriva
Di tanto in tanto un grido copriva le distanze
E l’aria delle cose diventava
Irreale.
Mare mare mare voglio annegare
Portami lontano a naufragare
Via via via da queste sponde
Portami lontano sulle onde
Da due giorni, per la prima volta da 15 anni (lo so bene in quanto sono 15 anni che prendo la paroxetina), mi sento precipitare in una qualche forma di depressione. Quel che è diverso rispetto alla mia vecchia depressione classica è che questa non è imperniata egocentricamente (in modo malevolo) su di me ma su quel signore che si chiama Futuro.
Già, proprio il Futuro post pandemia (sempre che ci possa essere una post pandemia).
Mi vengono a mente le storie dei disperati degli USA della grande depressione, quelli di cui cantava Woody Guthrie. I poveri in italia diventeranno sempre più poveri, i licenziamenti aumenteranno e gli italiani invocheranno l’uomo della provvidenza.
Tutto già visto, tutto già letto ed ascoltato, ma la storia si ripeterà.
E poi io non sono fatto per fuggire in luoghi remoti, siano essi fari o isole sperdute.
Ho bisogno di essere circondato dalle persone.
Signor Futuro, non so se mi ascolti, ma cerca se non altro di mostrare a tutti la tua brutta faccia, inutile che tu ti trucchi e ti metta la maschera del buon vecchio padre dell’umanità,
vediamo tutti quanto sei brutto.
Ma non credete di essere l’unico futuro possibile, ah sapessi io quanto sono esperto di futuri possibili.
Ne vedo uno che timidamente se ne sta in un angolino.
Eccolo la, proprio sotto quel vecchio tavolo
È per ora solo un piccolo timido futuro , intimorito da te Signor Futuro dalla F maiuscola.
Ma se questo piccolo futuro prendesse forza, se noi lo aiutassimo, chissà, forse potremmo dire che un nuovo futuro è possibile.
è il disegno più giapponese che mi sia mai venuto.
Fumiko non usa la palla di vetro per predire il futuro, ma comunque indovina sempre.
… e si va a lavoro (chissà per quanto prima del lockdown totale).